ISSUE 2 / jun 011
IT / Mente che maschera menti, se ti mascheri menti, se non lo fai te ne penti. L’uomo si maschera da bestia e mostra la sua vera natura. Una natura mostra, appunto. E allora dov’è (o quando) la menzogna? Una faccia si affaccia sull’inconscio. Volti che si fanno maschere contraendo muscoli, come se la mente seguisse un codice misterioso che arriva da lontano (nel tempo e nello spazio), depositato nel cervello rettiliano e pronto a entrare in azione quando scattano gli interruttori emotivi. Meglio buttarla in burla, in mascharat, come dicono gli arabi. O in mascàra, seguendo senza regole l’assonanza cosmetica. Si gioca a nascondersi e a manifestarsi. Oscillando come un pendolo tra verità e menzogna, sotto strati che contengono l’una e l’altra. E ciò che resta nell’immagine è la compresenza degli opposti.
EN / Mind that masks minds; if you put on a mask, you lie; if you don’t, you will regret it. Man dresses up as a beast and shows his true nature. A bestial nature, precisely. So where (or when) is the lie? A face looks out on the unconscious. Faces that contract muscles and turn into masks as if mind follows a mysterious ancient code, written in a distant place and stored in the reptile brain, ready to go into action as soon as the emotional switches are on. Better to make a joke about it, a mascharat, as the Arabs say. It is a show and hide game. Swinging like a pendulum between truth and lie, under layers that contain them both. And what remains in the image is the simultaneous presence of the opposites.