ISSUE 13 / jun 013
IT / «Noi non siamo che copertine di libri, il cui solo significato è proteggerli dalla polvere» (Fahrenheit 451, Ray Bradbury) California, anni ’50 del Novecento. Doveva fare un gran caldo quando nella mente di Ray Bradbury si palesò l’immagine di una pagina che prende fuoco. Pire di libri appiccate da implacabili vigili del fuoco, che invece di idranti usano lanciafiamme per restituire alla polvere tutto ciò che è stato stampato. Storie, vite, personaggi, idee: non una parola impressa su carta deve continuare a esistere. Dopo il blocco dello scrittore, quello del lettore. Una comunità di barboni, gente ai margini, che vive lungo il fiume, tra le righe della società. Non li vedi eppure ci sono. La loro soluzione al terrore è mangiarseli, quei libri. Il rifugio della parola scritta è nell’oralità, nella memoria. Imparare, masticare, imparare. Ognuno sceglie un libro, ne trascrive ogni riga dalla carta alla mente. Il libro diventa parte dell’organismo, vive, sopravvive, cambia; non sarà più come prima, ma continuerà a essere. «Non sono i libri che vi mancano, ma alcune delle cose che un tempo erano nei libri. Le stesse cose potrebbero essere diffuse e proiettate da radio e televisori. Ma ciò non avviene. No, no, non sono affatto i libri le cose che andate cercando. Prendetele dove ancora potete trovarle, in vecchi dischi, in vecchi film e nei vecchi amici; cercatele nella natura e cercatele soprattutto in voi stessi». Abbiamo chiesto agli illustratori come lo salverebbero loro, quel libro, dalle fiamme invisibili dell’oblio. Nelle immagini seguenti le risposte.
EN / «We’re nothing more than dust jackets for books» (Fahrenheit 451, Ray Bradbury) California, 1950s. It must have been extremely hot when Ray Bradbury started to imagine a burning page. Pyres of books burned by implacable firemen, who use flame-throwers instead of fireplugs, with the aim of turning to dust any printed page. Tales, lives, characters, ideas: not any single word printed on paper can exist. After the writer’s block, here comes the reader’s one. A community of homeless people, outsiders, living along the river and between the lines of society. You do not see them, but they are there. They fight terror by eating books. Oral tradition and memory are the shelter of the written words. Learn, chew, learn. Each person chooses a book and memorize every line of it. The book becomes part of their body, it lives, survives, changes. It will no longer be the book it used to be, but it will exist. «It’s not books you need, it’s some of the things that once were in books. The same things could be in the ‘parlor families’ today. The same infinite detail and awareness could be projected through the radios, and televisors, but are not. No, no it’s not books at all you’re looking for! Take it where you can find it, in old phonograph records, old motion pictures, and in old friends; look for it in nature and look for it in yourself». We asked the illustrator how they would have saved that book from the invisible flames of oblivion. Their answers are in the following illustrations.