ISSUE 22 / apr 016
IT / In un modo o nell’altro l’opinione comune tende a riconoscere negli artisti degli esseri straordinari. In questo caso, tuttavia, un tale termine non ha necessariamente un valore positivo. Porta con sé, piuttosto, un senso di alterità, preannuncia la diversità che ci si attende da chi artista viene chiamato, diversità nel comportamento, come nelle abitudini o nel temperamento. Per converso è significativo che quello dell’artista sia l’unico tipo di comportamento deviante che venga in qualche modo celebrato. Enrico Castelnuovo, in Ernst Kris e Otto Kurz, La leggenda dell’artista. Un saggio storico, Bollati Boringhieri, Torino 1980. Succede che quando si attiva quel certo desiderio che tutto fa girare intorno alla stanza, la realtà si fa puro contorno e i dettagli diventano superflui. Fuori misura. Allora l’attenzione si concentra su un solo oggetto per volta e, se questo poi si carica del colore del suo ambiente, è un attimo che si perde in un continuum di forme, nate come per gemmazione e ripetute sempre uguali. Finché il colore si fa sempre più compatto e debordante e, gradasso, se ne frega della linea insistendo a oltranza sulle silhouette robuste. Ogni tanto capita poi che qualche minuzia sfugga qua e là, ma subito ripresa, contorta, deformata, distorta, sovradimensionata, amplificata, viene rigettata nella mischia. Ed è subito zoom! E se da fuori il battage pubblicitario diventa stridulo e chiassoso, finisce che uscito dalla porta, rientra dalla finestra, ma subito ripreso si affievolisce e una volta detournato diventa muto. Intanto, mentre il cronista di fatti inventati prende appunti su persone sconosciute, teorie di angeli e animali antropizzati passano il tempo, fingono discorsi amorosi, si attardano in incontri ero(t)ici. Ironici. C’è chi poi si assenta per un po’ e chi, alla ricerca di un tempo perduto, prosegue con passo svelto nel nitido ricordo di luoghi remoti, quelli sacri agli dei, anche se, errabondo, finisce poi per perdersi. Mentre il viaggiatore spaziale è in partenza per missioni possibili su pianeti presunti. Tutti gli altri, invece, preferiscono stare e ondeggiare, continuando quella solita danza che tutto fa girare intorno alla stanza.
EN / One way or another, the general opinion tends to recognise artists as some extraordinary beings. In this case, however, such a term does not necessarily hold a positive meaning. It rather conveys a sense of otherness, it foreshadows the alienness expected from someone called an artist, the different behaviour, as well as the different habits or disposition. Conversely, it is significant that the artist’s is the only sort of deviant behaviour that is in some way celebrated. Enrico Castelnuovo, in Ernst Kris and Otto Kurz, La leggenda dell’artista. Un saggio storico, Bollati Boringhieri, Torino 1980. It so happens that when overcome by that sort of desire that makes everything in the room spin, reality turns into pure outline and details are all of the sudden unnecessary. Out of proportion. Attention then zeroes in on one object alone at a time and, if this takes up the colour of its surroundings, all is suddenly lost in a continuum of forms, stemming from a kind of gemmation and repeated always the same. Until colour becomes more and more dense, overflowing and bold, not bothered with the line, while insisting with a vengeance on the robust silhouettes. Sometimes details may happen to escape here and there, though immediately recaptured, deformed, warped, distorted, blown up, amplified, they are pulled back into the fray. And suddenly it all comes into focus! And should the outside advertising campaign turn piercing and rowdy, in the end, out of the door and back in from the window, after it is immediately recaptured it fades away, and detourned becomes silent. Meanwhile, as the reporter on made up events is taking notes about unknown people, series of angels and man-like animals spend time, pretend amorous conversations, linger in (h)ero(t) ic encounters. Ironic. Some then may disappear for a while and others, in search of a lost time, walk on at a hasty pace in the distinct memory of remote places sacred to the gods, even if, wandering, they end up getting lost. While the space traveller is leaving for possible missions on presumed planets. Everyone else, on the other hand, prefers to stay and sway, continuing that usual dance that makes everything in the room spin around.