ISSUE 8 / jun 012
IT / Non è calligrafia, non solo. Perché dietro alla bellezza (kalos) della lettera c’è altro. È forse più semplicemente grafia, perché viene dal disegno, dall’incisione. O graffio, perché contiene forza comunicativa, e quindi cerca di afferrarti, come un uncino. E confluisce in glifo, perché è materia intagliata, scolpita, che trova senso per sottrazione. Fino a diventare sacra, come il gero-glifico. Che vuol dire semplicemente questo, incisione sacra. Perché stava sulle mura dei templi, ma soprattutto perché, dopo l’invenzione dell’alfabeto, è rimasto esclusiva dei sacerdoti e, attraverso di esso, il loro sapere si è fatto radicalmente esoterico. Hand-lettering non è geroglifico, ma forse lo “hand-letterist” ha più a che vedere col sacerdote o col santone, che con l’illustratore o il grafico. Egli, dopo aver intagliato la propria creatura, la offre come materia apparentemente inerte allo spettatore (o più prosaicamente al cliente), che la usa a suo piacere o secondo le proprie necessità comunicative. Aumentando o distorcendo il senso di un elemento che usa senza conoscere a fondo, perché la sua origine gli è ignota. Ma sono solo ipotesi. Ciò che conta è sfogliare le pagine che seguono con in testa una domanda: «Che cos’è, per te, hand-lettering?».
EN / It is not just calligraphy. Because there is more in it than the beauty (kalos) of the letters. It may be more correct to call it graphics, because it comes from the drawing, the engraving. Or scratch, because it is strongly communicative and it is meant to hook you. And it merges with glyph, because it is engraved matter, that gets its meaning by removing. It can also become sacred, like hieroglyphics. Which simply means “holy writing”. Because they were engraved on the walls of temples, and more than that because, after inventing the alphabet, they were mastered only by priests and through them their knowledge became esoteric. Hand lettering is not hieroglyphics, but maybe the hand letterist has more in common with a priest than with an illustrator or a graphic designer. After engraving his work, he offers it as apparently inert matter to the audience (or more unpoetic, to the customer), who uses it according to his needs and his communication targets. By doing so he increases or twists the meaning of something he uses without knowing it too well, because its origin is unknown. But these are only hypotheses. What really matters is to leaf through the following pages with a question in mind: «What is hand lettering to you?».